Debenedetti e Vatalaro scrivono 2 pagine su IL FOGLIO di oggi dicendo 1) non serve separare rete e servizi fa perdere valore e marginalità  2) secondo loro va recuperata marginalità da servizi verticali (allarmi, antifurti, assicurazioni) e da intelligenza di rete (edge, data driven). Ovviamente avrebbero ragione se l’operatore (TIM) non fosse così fortemente indebitato e paralizzato negli investimenti. Inoltre non si capisce come questa strategia la potrebbe “imporre” il governo visto che i due studiosi si rivolgono alla Meloni piuttosto che a TIM stessa, l’unica che può fare una strategia industriale, certo non può dire il Governo come TIM deve fare marginalità.
Intanto la Borsa crede in una offerta “imminente” di CDP sulla rete TIM – le indiscrezioni, riportate dal Messaggero, sulla Cassa depositi e prestiti che dovrebbe presentare un’offerta non vincolante insieme al fondo Macquarie (quindi non piu’ tramite Open fiber) entro il 15-20 gennaio, con una valutazione di 15-18 miliardi, inclusiva di 10 miliardi di debito e 21mila dipendenti. Una strada diversa da quella preferita fin qui dai francesi di Vivendi, che punterebbero invece alla scissione in due societa’: una dei servizi e l’altra della rete.
VA IN PORTO LA JV TRA ILIAD E W3 – iliad e WindTre hanno perfezionato il closing per la societa’ Zefiro Net, joint venture paritetica il cui capitale sociale e’ detenuto al 50% da ciascuno dei due soci e che persegue lo scopo di condividere e gestire congiuntamente le rispettive reti di telefonia mobile nelle aree meno densamente popolate del territorio nazionale.
PARTICOLARE ATTENZIONE DI AGCOM SU TELEFONIA MOBILE – agcom sta lavorando molto su tutela consumatori mobili. Alla fine del 2022 sono arrivate le regole della nuova PORTABILITA’ MOBILE che rende necessaria la presenza dell’effettivo titolare della SIM per la migrazione (processo impugnato da ILIAD al TAR che ha respinto il ricorso).  Comunque le nuove regole non cambiano. Segnalo inoltre che AGCOM vuole riformare anche la CARTA DEI SERVIZI degli operatori mobili e lo fa con una consultazione qui: https://www.agcom.it/documents/10179/27308794/Allegato+22-7-2022+1658486755260/e43a6368-730a-410d-853f-ea72f0f62118?version=1.0
ACN agenzia per la cybersicurezza sta progressivamente prendendo tutte le funzioni di AGID e per questo ha emesso il primo decreto per regolare il periodo transitorio fino ad agosto 2023. A metà gennaio è atteso il regolamento per le nuove procedure tecniche di qualificazione dei servizi cloud: la “base” rimarrà quella di AGID (finora è un test di autocertificazione soggetto a controlli successivi) MA SARANNO introdotte norme per chi gestisce i dati critici e strategici della PA. Probabilmente si vorrà dare un senso al Polo strategico nazionale: tuttavia restano sul campo le INHOUSE regionali che avranno qualcosa da dire sul tema. Il punto è che se perdurasse il mancato “obbligo a migrare i dati sul PSN” si potrebbe allora decidere di alzare l’asticella della sicurezza, e gli effetti sul mercato sarebbero identici. Tutto questo al netto degli obblighi ambientali che rappresentano la seconda modalità con cui una infrastruttura cloud può facilmente uscire dal mercato (se non si adegua).