Presentata interrogazione a firma dell’On. Butti al Ministro per l’Innovazione Tecnologica Colao in materia di cloud nazionale. “Alla luce della proposta avanzata dal Ministro della PA, Renato Brunetta, si sottolinea come l’Italia non disponga di tecnologie rilevanti nel cloud e come molte delle aziende italiane che offrono questo tipo di servizi abbiano stretto alleanze con soggetti esteri, come quello tra Fincantieri e Amazon. Si chiede quindi al Governo di sapere quali iniziative di competenza intenda adottare per tutelare i dati dei cittadini e facilitare la crescita delle competenze digitali, rinsaldando le relazioni tra imprese e università e ricerca nel campo del cloud e dell’edge computing a cui si dovrà ricorrere per il 5G”.

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INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:

   BUTTI, SILVESTRONI e ROTELLI. — Al Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   di recente è stata accolta la proposta del Ministro della pubblica amministrazione Renato Brunetta di un progetto per la creazione di un cloud nazionale al quale affidare i dati dei cittadini italiani;

   la proposta sembrerebbe valida, dal momento che scaturisce dall’attenzione per la tutela dei dati dei cittadini, vale a dire quelli raccolti da pubbliche amministrazioni centrali e locali. Si tratta dei dati di tutti i cittadini, distinti dai dati dei consumatori, che sono invece generati da relazioni e transazioni con aziende commerciali;

   la scorsa settimana il Ministro delle finanze francese, Bruno La Maire, ha chiuso le porte al cloud americano che espone i dati dei cittadini francesi alle incursioni del Cloud Act, che consente all’amministrazione americana di requisire in qualunque momento dati dei clienti custoditi nel cloud di società americane anche sul suolo estero, quindi anche in Europa;

   il Governo italiano ha annunciato alcune linee generali, dalle quali emerge, purtroppo, come l’Italia non disponga di tecnologie rilevanti nel cloud. Inoltre, occorre evidenziare che l’Italia può contare su molte aziende che offrono servizi cloud ed è, pertanto, un compito nazionale assicurare loro condizioni coerenti di competizione. Purtroppo, organi di stampa hanno messo in evidenza alleanze certe o proclamate, come quella tra Tim e Google e tra Fincantieri e Amazon, ma anche ipotetiche, come quella tra Leonardo e Microsoft;

   si evidenzia, alla luce di quanto elencato, l’urgenza per il Governo di proiettarsi verso l’adozione di tecnologie non con l’ansia generata da chi deve scegliere un potenziale fornitore, ma con la consapevolezza di chi deve decidere le politiche industriali per assicurare al Paese crescita economica, lavoro e competenze. Il tutto per non rendere concreto il rischio di desertificazione della nostra economia;

   è di tutta evidenza, dunque, la necessità di investire sulla crescita e la produttività delle imprese italiane, anche alla luce dei programmi finanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e delle scelte da prendere in merito alla nostra crescita economica –:

   in che modo il Governo intenda sostenere la crescita delle imprese italiane di settore;

   quali iniziative di competenza intenda adottare per tutelare i dati dei cittadini e facilitare la crescita delle competenze digitali, rinsaldando le relazioni tra imprese e università e ricerca nel campo del cloud e dell’edge computing a cui si dovrà ricorrere per il 5G.
(5-06105)